Roma: la porpora e l'oro (2015-16) 

 

 Mercoledì 14 ottobre 2015, alle ore 16.30, al Museo degli Sport di Combattimento 
 sarà inaugurata la mostra d’arte
 Roma: la porpora e l'oro 

 

 

 

La porpora e l’oro, riferimento simbolico alla grandezza e allo splendore di Roma nel tempo, sono anche due colori caratteristici di questa città: ne hanno impregnato la storia e ne impregnano ancora oggi la magica atmosfera.
Roma è unica per i suoi colori dai toni caldi e pacati, a tratti ravvivati da pennellate di vermiglio o di giallo acceso. Qui, accanto al rosso dei laterizi, domina l’ocra degli intonaci in un’ampia gamma di sfumature, spesso generate dal sole e dal tempo.
Quale emozione contemplarla dall’alto di una delle tante terrazze panoramiche, così care ai turisti e agli innamorati, quando sta per iniziare il tramonto e la luce è ancora vivida! In pochi minuti il cielo si tinge di porpora e d’oro e lo spettatore viene catturato dal secolare incanto dei colori di Roma, un'armonia che appaga la vista e rasserena il cuore. Insomma, parafrasando Ungaretti, possiamo ben dire: "M'illumino di Roma".
Colori mai definiti, mai in contrasto, sempre in dissolvenza. Colori qua e là soppiantati dal bianco grezzo del travertino, con cui sono costruiti i monumenti e le facciate delle chiese, o dalle verdeggianti chiome dei pini e dei cipressi accarezzati dal ponentino, o da squarci azzurri di cielo che si fanno largo fra le cupole che graffiano l’orizzonte.
E tutto è ravvivato dal sole, l'Almo Sole degli immortali versi di Orazio.

 

Alme Sol, possis nihil urbe Roma visere maius / Almo Sole, possa tu non vedere mai nulla più grande di Roma (Orazio, Carmen saeculare)

Roma quanta fuit, ipsa ruina docet / Quanto fu grande Roma lo testimonia la sua stessa rovina (Ildeberto di Lavardin)

Solo a Roma ci si può preparare a comprendere Roma (Johann Wolfgang Goethe, Viaggio in Italia)

Il Romano mi sembra superiore, sotto tutti i punti di vista, agli altri popoli d’Italia: ha maggior forza di carattere, maggior semplicità e assai maggior spirito. Dategli un Napoleone per vent’anni e il Romano sarà con ogni probabilità il primo popolo d’Europa (Stendhal, Roma, Napoli, Firenze)

Di Roma ci si innamora a poco a poco, ed è per tutta la vita (Nikolaj Vasil’evic Gogol, lettera all’amico Danilevskij)

La dea Roma qui dorme.Poggiata il capo al Palatino augusto,tra ’l Celio aperte e l’Aventin le braccia,per la Capena i forti ómeri stendea l’Appia via (Giosuè Carducci, Dinanzi alle terme di Caracalla, in Odi barbare)

Roma nostra vedrai. La vedrai da’ suoi colli: | dal Quirinale fulgida al Gianicolo, | da l’Aventino al Pincio più fulgida ancor ne l’estremo | vespero, miracol sommo, irraggiare i cieli…Nulla è più grande e sacro. Ha in sé la luce d’un astro. | Non i suoi cieli irraggia solo, ma il mondo, Roma (Gabriele D’Annunzio, Congedo, in Elegie romane)

 

Storia e leggende

Sport e spettacoli nell'antica Roma